La mobilità sostenibile
Le origini della mobilità contemporanea
Dagli anni 80 ad oggi il numero di automobili circolanti in Italia è raddoppiato e le nostre città sono state travolte dal caos del traffico, dei parcheggi sempre pieni o scarseggianti. Il risultato di un quantitativo così alto di mezzi di trasporto alimentati con combustibili fossili è stato il precipitare della qualità della vita e dell’aria che respiriamo.
Lo smog fa male
La comunità scientifica oggi riconduce al particolato emesso dalle nostre auto (oltre a quello dei sistemi di riscaldamento e del comparto industriale) buona parte delle patologie di cui siamo maggiormente affetti, e se per molto tempo abbiamo creduto che quello del traffico urbano fosse un male necessario, indice di benessere e produttività, alle soglie del 2000 siamo divenuti consapevoli dell’insostenibilità del sistema.
Lo abbiamo capito anche guardando le soluzioni adottate dagli altri paesi della Comunità Europea.
Riappropriarsi degli spazi
Mobilità sostenibile è un concetto molto ampio e va ben oltre le auto elettriche. Le nostre città e i nostri territori necessitano di sistemi integrati accessibili e “puliti” che rendano superfluo l’uso dell’automobile privata, un esempio?
Nella sola Berlino si conterebbero 300 vetture ogni 1000 abitanti, mentre a Roma, 600 veicoli ogni 1000 abitanti.
Berlino si accinge a diventare interamente pedonale e lo sta facendo amplificando la già funzionale rete di metropolitane, treni, piste ciclabili e percorsi pedonali agevolati.
Si calcola che eliminando le autovetture dalla città sarà possibile usufruire meglio di questa virtuosa rete e soprattutto riappropriarsi degli spazi occupati dai veicoli, in sosta e circolanti.
Mobilità sostenibile e PNRR
Il PNRR (piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è molto chiaro in tema mobilità sostenibile, esso prevede Investimenti sulla rete ferroviaria (completamento dei principali assi ferroviari ad alta velocità ed alta capacità), intermodalità e logistica integrata, vale a dire operazioni a supporto dell’ammodernamento e della digitalizzazione del sistema della logistica, investimenti in sicurezza stradale e delle infrastrutture.
La nascita del Mobility Manager
E le aziende? Oltre a potersi/doversi dotare di mezzi di servizio a basso impatto potranno assumere un Mobility Manager, obbligatorio già per le aziende al di sopra dei 100 dipendenti e ubicate in città metropolitane, province e capoluoghi, o comunque città al di sopra dei 50000 abitanti.
Il Mobility Manager è colui che deve occuparsi dell’ottimizzazione e della riduzione dell’impatto degli spostamenti casa-lavoro.
Non è solo risparmiare emissioni ma anche individuare soluzioni facilitanti e adatte alle esigenze di lavoratori e imprenditori, innescando al contempo meccanismi virtuosi e consapevolezza, utili tanto all’ambiente lavorativo quanto a quello privato e familiare.